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Mano che avvicina un ago a un palloncino con un cuore rosso, simbolo della fragilità emotiva degli adolescenti e del rischio di spezzarsi sotto la pressione.

Emergenza fragilità negli adolescenti

È vero che molti adolescenti sono “fragili”? Cosa si intende per fragilità? Si può parlare  di "generazione di cristallo" o sono semplicemente ragazzi che hanno bisogno di adulti di riferimento che sappiano fornire loro gli strumenti necessari per trasformare la fragilità in resilienza?

Si sente spesso parlare spesso di "generazione di cristallo". Un'etichetta che rischia di minimizzare la crescente fragilità psicologica ed emotiva dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze: un fenomeno reale e complesso.

Recenti indagini italiane e internazionali confermano un quadro allarmante di crescente fragilità psicologica ed emotiva tra i giovani, con dati che evidenziano alti tassi di ansia e depressione, enfatizzati dalle incertezze economiche e sociali… e dall'impatto della digitalizzazione.

Alcune indagini, sia italiane (CENSIS, ISTAT, AGIA, Laboratorio Adolescenza e IARD) che internazionali (OMS, UNICEF), affermano che quasi un adolescente su due sperimenta sintomi di ansia o depressione.
(Approfondimenti nel pdf scaricabile - Risultati di recenti indagini nazionali ed internazionali sui ragazzi fragili)

Ecco il profilo degli adolescenti che emerge dall’edizione 2025 di una indagine annuale sugli stili di vita degli adolescenti che vivono in Italia, realizzata da Laboratorio Adolescenza e Istituto di ricerca IARD su un campione nazionale di 3160 studenti (dai 12 ai 19 anni), con il patrocinio della Società Italiana di Pediatria e della Società Italiana di Ginecologia dell’infanzia e dell’adolescenza: "Una vita da follower, sempre più dipendenti dai social network che sono anche il termometro della propria popolarità, legata in modo essenziale alla bellezza fisica. Uno scenario effimero quanto i like (che aumentano e diminuiscono da un momento all’altro portando dalle stelle alle stalle), che si innesta su una visione sempre più pessimistica del futuro reale, principalmente a causa delle guerre e del degrado ambientale. Anche l’intelligenza artificiale è vista con molto più timore che fiducia. Internet e i social più utilizzati (Instagram YouTube e TikTok) sono sempre di più non solo luogo di intrattenimento, ma anche fonte di informazione primaria anche su temi delicati come quello della salute. Con buona pace di mamme, amici e scuola, Internet è anche la prima loro fonte di informazione su tutto ciò che attiene la sessualità".
(Adolescenti “follower” – Comunicato stampa)

Non si tratta semplicemente di una crisi adolescenziale, ma di un disagio strutturale, dovuto a pressioni sociali incessanti e a un futuro percepito come incerto.

"Sono ormai troppi anni – commenta Maurizio Tucci, Presidente di Laboratorio Adolescenza – che i risultati della nostra indagine annuale, che portiamo avanti da 27 anni, appaiono, anche loro, una sorta di bollettino di guerra. Il nostro lavoro purtroppo non indica soluzioni, ma è un termometro impietoso di una china pericolosa su cui, anno dopo anno, gli adolescenti, più o meno lentamente, stanno scivolando. Una adolescenza fragile, ma sempre più in vetrina sui social, con il solo risultato di aumentare insicurezza e fragilità. Una adolescenza sempre più impaurita dal futuro tanto da temere anche l’intelligenza artificiale che, ci piaccia o no, sarà il futuro, e tanto vale, allora, imparare a governarla invece di demonizzarla lasciandocela sfuggire di mano. Una adolescenza culturalmente sempre più povera, dove la barriera ai consumi culturali spesso è di natura economica.
Una adolescenza che non si fida degli adulti (e come darle torto) e cresce con modelli di riferimento fasulli come sono fasulli gli influencer della rete".
(Adolescenti “follower” – Comunicato stampa)

Cosa intendiamo per "fragilità"?

Intendiamo una vulnerabilità emotiva: una difficoltà a gestire la frustrazione, l'incertezza e il fallimento. È la sensazione di non essere all'altezza delle aspettative, proprie e altrui.
I ragazzi "fragili" sono spesso ragazzi che sentono il peso del mondo sulle loro spalle e non hanno ancora sviluppato gli "anticorpi" psicologici per sostenerlo.
(La paura del futuro negli adolescenti)

La fragilità nei giovani è un'emergenza in crescita, manifestata da ansia, depressione, attacchi di panico e solitudine, spesso acuita da iperstimolazione digitale, aspettative sociali elevate, precarietà lavorativa e mancanza di supporto emotivo familiare, con il futuro percepito più come minaccia che promessa, con conseguente difficoltà nel gestire emozioni e relazioni, che sfocia talvolta in disturbi alimentari, autolesionismo o abuso di sostanze. 

"Incerti o addirittura preoccupati, gli adolescenti che hanno una visione grigia del futuro sono ormai un’ampia maggioranza (62,4%), mentre solo poco più di un terzo (37%) si dichiara ottimista o fiducioso (…). Solo un terzo del campione (32,9%) pensa di rimanere nella stessa città/regione in cui vive attualmente, mentre un altro terzo (33,1%) si vede in Italia, ma in un’altra città/regione, mentre la maggioranza relativa (33,5%) si vede in un’altra nazione europea o extraeuropea. Significativa la differenza di genere, con le ragazze più orientate a lasciare casa: poco più di una su 4 afferma di voler  rimanere nella propria città/regione, mentre il 37% si vede fuori dai confini nazionali. (…) Dal punto di vista della vita personale una larga maggioranza (75%) si vede in un rapporto di coppia stabile e di convivenza/matrimonio, con figli (ma questa percentuale nel 2015 superava il 90%)."
(Adolescenti “follower” – Comunicato stampa)

Secondo gli esperti ecco alcune delle cause principali di questa fragilità adolescenziale:

  • digitalizzazione e social media: iperstimolazione, confronto costante, isolamento, dipendenza da internet e social network;
  • pressione sociale ed economica: aspettative elevate di performance, precarietà lavorativa, incertezza per il futuro;
  • crisi familiare: assenza emotiva dei genitori che, a causa dei ritmi lavorativi, hanno difficoltà a fornire supporto e guida adeguata;
  • mondo valoriale liquido: mancanza di autenticità nelle relazioni, visione effimera della vita, consumismo.

In riferimento alla prima causa, riportiamo i dati dell’Atlante 2025 di Save the Children. Focus su IA, benessere mentale e povertà.

"Adolescenti italiani sempre più soli e iperconnessi. Essere sempre più connessi ma sentirsi sempre più soli. È questo il paradosso fotografato dall’Atlante 2025 di Save the Children. (…) La ricerca mostra un dato chiaro: le relazioni degli adolescenti oggi si sviluppano in un contesto sempre più "onlife" tra amicizie solide e rischi legati alla rete.
Oltre il 92% dei ragazzi e delle ragazze tra i 15 e i 19 anni utilizza strumenti di IA, e il 41,8% li ha usati per cercare aiuto quando si sentiva triste, solo o ansioso. Ma, nonostante la tecnologia sia percepita come una compagnia che “non giudica”, il benessere psicologico resta allarmante: solo il 49,6% dichiara di sentirsi bene, con un forte divario di genere (34% delle ragazze contro 66% dei ragazzi). Quasi uno su dieci si è isolato volontariamente per problemi psicologici, e il 12% ha fatto uso di psicofarmaci senza prescrizione."
(Atlante di Save the Children, l’autore è un giornalista di Usmate. Adolescenti tra intelligenza artificiale e solitudine)

Ecco alcune manifestazioni comuni di fragilità:

  • sintomi psicologici: ansia (sociale, attacchi di panico), depressione, sbalzi d'umore, sentimenti di inadeguatezza, noia;
  • forme interne: disturbi alimentari (anoressia, bulimia), isolamento, dipendenza da internet/giochi;
  • difficoltà emotive: soffocamento da pensieri ed emozioni, difficoltà a prendere decisioni, sentirsi sopraffatti; 
  • comportamenti esternalizzanti: abuso di sostanze (alcol, droghe), autolesionismo, aggressività, abbandono scolastico, disturbi della condotta.

Relativamente all’abuso di alcolici, anche conosciuto come binge drinking, dai risultati dell’ultima indagine del gruppo di ricerca MUSA su 3.068 adolescenti del primo anno delle scuole, presentati il 20 novembre 2025 a Roma presso il CNR, risulta che "si ubriacano una volta al mese il 9,6% dei giovani di questa età, più volte al mese il 7%, una volta a settimana il 5,7%, più volte a settimana il 3,3% e ogni qual volta i giovani si incontrano l’1,8%. Quasi mai si ubriaca il 22,3% di questi adolescenti, mentre mai la metà (50,2%).
Il consumo di alcolici e superalcolici è decisamente diffuso a questa età e coinvolge rispettivamente il 75,8% e il 50,3% dei pari degli studenti e delle studentesse intervistate.
Viene indicato come intenso fruitore di alcolici come birra e vino il 16,5% di questi adolescenti e di superalcolici l’11%, mentre non fa per niente uso di alcolici il 49,7% e di superalcolici il 24,1%" (Adolescenti, la generazione sospesa: tra iperconnessione, fragilità emotiva e ricerca di sé)

La stessa ricerca ci mostra anche che lo stato del benessere degli adolescenti riguarda specifici aspetti psicologici che sono largamente il riflesso dei mutamenti nell’interazione sociale in corso. "Presenta un livello alto di distress (stress negativo: ansia associata a depressione) il 17,8% di studenti e studentesse, medio il 14,5% e basso il 23%. Soltanto 4 rispondenti su 10 sono dunque esenti da questi disagi psicologici: maggiormente i ragazzi (57,9% contro il 27,8% delle ragazze) e chi ha uno status economico familiare alto (49,3% contro il 31% di chi lo ha basso)".

Ma come si manifesta praticamente la fragilità in contesti reali, come la classe o la casa?

Ecco alcuni esempi:

  1. Laura, studentessa modello delle superiori, si blocca completamente durante un compito di matematica. Non ha sbagliato per mancanza di studio, ma per la paura paralizzante del "non perfetto". Inizia a piangere, non riesce a respirare, e deve uscire dall'aula. Il suo sistema emotivo non ha retto la pressione della performance.
  2. Matteo, un ragazzo socievole fino a due anni fa, ora, in terza superiore, passa la maggior parte del tempo in camera sua. Ha smesso di frequentare la palestra e risponde ai messaggi con monosillabi… e dopo giorni. Si è progressivamente isolato da tutti per evitare il confronto e il giudizio, rifugiandosi in un ambiente "controllato" come la sua stanza.
  3. Chiara, alunna di terza della scuola secondaria di primo grado, reagisce a un semplice rimprovero dell'insegnante con rabbia spropositata e lacrime inconsolabili.
    Quello che per altri è un "normale" feedback correttivo, per lei è la conferma di essere inadeguata. La sua fragilità si manifesta attraverso un'eccessiva reattività emotiva a stimoli minimi.

Come affrontare la fragilità?

In linea generale, sia a casa sia a scuola, gli esperti consigliano di:

  • rivalutare la fragilità: riconoscerla non come un difetto ma come parte della condizione umana, una opportunità per chiedere aiuto e costruire relazioni autentiche;
  • offrire un supporto adulto: gli adulti devono diventare guide autorevoli, autentiche e capaci di ascolto attivo, non spingere verso performance irrealistiche;
  • creare contesti di ascolto attivo: spazi dove i giovani possano esprimere dubbi e paure senza giudizio;
  • sviluppare resilienza: aiutare i giovani a sviluppare strumenti interiori per gestire le difficoltà, anziché affidarsi solo a stimoli esterni (social, sostanze). 

Come possiamo intervenire concretamente?

Molti sono gli esperti che consigliano agli adulti educatori di costruire ponti, non muri!

Il nostro compito, a casa e a scuola, come adulti di riferimento, non è giudicare queste fragilità, ma comprenderle, accoglierle e fornire gli strumenti necessari per trasformarle in resilienza.

A questo punto, per il bene di ragazzi e ragazze fragili, serve una inversione di tendenza, che può esserci solo se noi adulti educatori (genitori e docenti) saremo in grado di modificare gli scenari in cui essi si trovano a vivere.                       
Se noi non riusciamo a cambiare velocemente passo, e ovviare agli errori che stiamo facendo da alcuni anni, alle generazioni future lasceremo solo briciole e polvere, sostengono gli esperti!

Più che offrire soluzioni pronte gli esperti consigliano di:

  • ascoltarli: offriamo loro un ascolto attivo per capire davvero le loro paure;
  • legittimare le loro emozioni: diciamo loro che la tristezza e l'ansia sono emozioni umane, non difetti caratteriali… e che non si può sempre essere felici;
  • abituarli a considerare gli errori come delle opportunità di apprendimento e ridurre la pressione della performance scolastica, considerata una delle principali fonti di ansia;
  • rinforzare la loro autostima non legandola ai risultati: è importante lodare la curiosità, l'impegno, il processo di apprendimento… non solo il voto eccellente o la vittoria sportiva;
  • aprirsi al dialogo: docenti e genitori devono parlarsi, scambiarsi osservazioni, creare una rete di supporto per i ragazzi, nel rispetto dei loro ruoli. Non possiamo permettere che essi percepiscano due "fronti" diversi. Le nostre scuole e le nostre case devono diventare luoghi dove si può essere fragili senza paura di essere spezzati e dove i ragazzi possono trovare gli strumenti necessari per superare la loro fragilità.

Solo così possiamo provare a porre un limite ai comportamenti a rischio.

Secondo Save the Children, infatti, il 9% degli adolescenti intervistati si è isolato volontariamente, il 31% ha praticato binge drinking (l'assunzione di alcolici in un intervallo di tempo più o meno breve) nell’ultimo mese, e il 12% ha assunto psicofarmaci senza prescrizione nell’ultimo anno, con percentuali più elevate tra le ragazze.

La fragilità nei giovani di oggi è una realtà che richiede la nostra attenzione e la nostra cura. Investire nel loro benessere psicologico ed emotivo significa formare adulti più consapevoli, resilienti e, in definitiva, felici… oggi e domani.

BIBLIO/SITOGRAFIA

A cura di Viviana Rossi e Maria Enrica Bianchi

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