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Cambiare si può: la curiosità epistemica alla base di una Scuola nuova

Sono parecchi coloro che sostengono che la scuola sia sopravvissuta alla pandemia provocata dal Covid-19 grazie alla “creatività” di tutti coloro che in questi mesi si sono spesi per organizzare ambienti di apprendimento diversi da quelli tradizionali. Ambienti capaci non solo di non interrompere il compito della scuola, ma addirittura di “promuovere nuove visioni”, dimostrando a chi vorrebbe la scuola sempre uguale ed ingessata... che cambiare si può. La DaD, oltre a consentire di mantenere vivo il rapporto tra gli insegnanti e le loro classi, ha sperimentato nuove modalità, che hanno spostato più in là il confine di ciò che si sapeva e, soprattutto, ha fatto nascere in molti dirigenti e docenti la “curiosità” di aprire strade impreviste per la soluzione di problemi di vita quotidiana sempre più complessi e l’acquisizione di nuove competenze per risolverli.

Educazione e metaverso: nuove esperienze educative

Cosa intendiamo quando parliamo di metaverso?

Con il Decreto ministeriale n. 161 del 14 giugno 2022 è stato adottato il Piano Scuola 4.0, con lo scopo di realizzare ambienti di apprendimento ibridi, che possano fondere le potenzialità educative e didattiche degli spazi fisici concepiti in modo innovativo e degli ambienti digitali. Il Piano, previsto dal PNRR quale strumento di sintesi e di accompagnamento all’attuazione delle relative linee di investimento, vuole fornire un supporto alle azioni che saranno realizzate dalle istituzioni scolastiche nel rispetto della propria autonomia didattica, gestionale e organizzativa.

Il Piano Scuola 4.0 intende favorire la transizione digitale del sistema scolastico italiano con la trasformazione di almeno 100.000 aule delle scuole primarie e secondarie in ambienti di apprendimento innovativi adattivi e flessibili, connessi e integrati, tecnologie digitali, fisiche e virtuali, e la creazione di laboratori per le nuove professioni digitali in tutte le scuole superiori, interconnessi con le imprese e le start-up innovative per la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore delle nuove professioni digitali (come l’intelligenza artificiale, la robotica, la cybersecurity, etc.), identificando altresì le fasi previste per la sua attuazione, in particolare in relazione ad avvisi pubblici, decreto di assegnazione, flussi finanziari di rendicontazione e pagamento e procedure relative alle istituzioni scolastiche in qualità di soggetti attuatori (Decreto 161/2022, pag. 5).

La pandemia ha certamente avuto un impatto rilevante nell’accelerazione dell’utilizzo in ambito lavorativo di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, la robotica, la realtà virtuale aumentata… La richiesta di competenze tecnologiche avanzate è diventata crescente in tutti i principali settori delle professioni. Anche nella scuola la richiesta di competenze digitali è notevolmente aumentata e non si può più aspettare. La formazione continua rappresenta la prima azione di supporto alla realizzazione di questo piano, prevedendo la partecipazione dei docenti alle iniziative formative rese disponibili dal Ministero dell’istruzione sulla piattaforma ScuolaFutura, organizzando percorsi formativi specifici all’interno della scuola, creando comunità di pratiche interne ed esterne fra i docenti per favorire lo scambio e l’autoriflessione sulle metodologie, potenziando la partecipazione dei docenti a esperienze di mobilità internazionale, anche attraverso il programma Erasmus+ e lo scambio delle pratiche all’interno della piattaforma e-Twinning.
(Piano Scuola 4.0)

Gli ambienti fisici di apprendimento non possono essere oggi progettati senza tener conto anche degli ambienti digitali (ambienti on line tramite piattaforme cloud di e-learning e ambienti immersivi in realtà virtuale) per configurare nuove dimensioni di apprendimento ibrido. L’utilizzo del metaverso in ambito educativo costituisce un recente campo di esplorazione, l’eduverso, che offre la possibilità di ottenere nuovi “spazi” di comunicazione sociale, maggiore libertà di creare e condividere, offerta di nuove esperienze didattiche immersive attraverso la virtualizzazione, creando un continuum educativo e scolastico fra lo spazio fisico e lo spazio virtuale per l’apprendimento, ovvero un ambiente di apprendimento onlife.
(Piano Scuola 4.0)

Ma cosa si intende per “metaverso”? E per “eduverso”?

Metaverso, nella traduzione italiana, significa realtà digitale che combina aspetti dei social media, del gioco online, della realtà aumentata e di quella virtuale.

Il Metaverso si sviluppa nel digitale, la sua materia è composta dai dati e dalle informazioni, in stretta correlazione con l’universo dell’oggettivo, la sua struttura è spazio-temporale, la stessa dell’universo fisico. È una struttura composta da lunghezza, larghezza, profondità e tempo: il ciberspazio. (Informatica e Ingegneria Online)

Possiamo immaginare e vedere il metaverso come un universo digitale composto da molteplici e variati elementi tecnologici dove gli utenti, attraverso dei visori, possono creare immagini o rappresentazioni grafiche per rappresentare sé stessi all'interno di una comunità virtuale, creare oggetti, oppure andare a concerti, partecipare a eventi e conferenze, vivere viaggi e molto altro. Sempre in questa realtà possono essere ricostruiti ambienti e spazi dove vivere esperienze con una forte valenza emotiva, ma anche educativa, dalle pratiche sportive alle aule universitarie: infatti la dimensione virtuale permette di provare esperienze estremamente significative che rimarranno impresse come se fossero reali.

La scuola oggi, almeno in teoria, dovrebbe cercare strategie pedagogiche e didattiche più inclusive e creative per rispondere, con concretezza, alla sfida che la modalità di lavorare e studiare online possa diventare una componente integrale dell’educazione.
Sicuramente nel mondo scolastico l’evoluzione delle tecnologie immersive, emergenti e innovative, modificherà i processi di apprendimento degli alunni e tenderà a influire sulle metodologie di insegnamento utilizzate e sarà una grande opportunità coglierne tutte le potenzialità e non restare indietro rispetto ad altri settori produttivi ed economici.

Inoltre, in un futuro non tanto lontano, sarà assolutamente normale vivere dei momenti della propria vita nel metaverso, come potranno essere delle semplici espansioni di Meet o Zoom. E gli studenti che hanno già vissuto queste esperienze nella scuola e in DaD le vivranno come un normale proseguimento anche nelle proprie attività professionali. L’emergenza pandemica, come abbiamo già detto, ha accelerato i percorsi e i processi di digitalizzazione in tutti i campi e a tutti i livelli. E se soprattutto, a livello scolastico, sono emersi i limiti di questa nuova esperienza educativa, non dobbiamo limitarci a demonizzarla, ma dobbiamo cercare di capirne le potenzialità e capitalizzarle. Del resto ormai le conoscenze e le abilità digitali di oggi saranno le basi su cui costruire reali competenze digitali e non dobbiamo trascurare il fatto che le nuove generazioni sono abituate, grazie ai social e al gaming in particolare, a muoversi agevolmente nel metaverso.

Gli esperti e gli innovatori prevedono che avremo presto un cambiamento di paradigma nei social media e nell’interazione uomo-computer e ci si allontanerà dalle app 2D incentrate sulla pubblicazione di contenuti, verso un’era in cui la realtà mista mescolerà mondi virtuali e fisici strettamente collegati non solo tra di loro, ma anche con il nostro mondo reale, dando vita al multiverso. (C. Maurizio)

E da quando nelle nostre vite sono entrati prepotentemente alcuni strumenti digitali come i tablet e gli smartphone sono nate e si sono moltiplicate moltissime applicazioni dedicate alla didattica e all’apprendimento.
A questo proposito, Con l’obiettivo di gettare le basi per la progettazione di futuri prodotti didattici di qualità basati sulle tecnologie che fanno capo al metaverso, il paper “A whole new world: eucation meets the metaverse”, a cura del Center for Universal Education del Brookings Institution – organizzazione USA senza fini di lucro in tema di politiche sociali – propone una serie di princìpi, di linee guida che attingono alla psicologia evolutiva e alla scienze dell’educazione. Qualche anno dopo, precisamente nel 2018, il team ha aggiunto a questi princìpi quelli per cui un’educational app di valore dovrebbe anche:
• incoraggiare i bambini a raggiungere obiettivi di apprendimenti attraverso percorsi sempre diversi
• essere gioiosa
• porsi obiettivi di apprendimento articolati

(P. Cozzi)

Certamente la scuola dovrà rafforzare gli spazi di confronto e di autoriflessione della comunità dei docenti, l’attività di coordinamento in gruppi di progettazione didattica interdisciplinare, la revisione del curricolo e degli strumenti di valutazione, la costituzione di reti di scuole innovative… in modo da favorire l’allargamento della comunità di pratiche e lo scambio di risorse educative e di sperimentazioni.
Fondamentale è il ruolo dei dirigenti scolastici nell’introdurre il cambiamento nelle loro comunità scolastiche per consentire ai docenti di organizzare il loro insegnamento in modo diverso e sperimentare nuove disposizioni tempo/spaziali e nuove metodologie didattiche, guidando il processo di trasformazione e attivando risorse interne di supporto e di accompagnamento.

Approfondimenti sull’argomento nei documenti scaricabili qui sotto:
Luci e ombre sul metaverso in ambito educativo
Dalla teoria alla pratica


A cura di Viviana Rossi e Maria Enrica Bianchi

BIBLIO/SITOGRAFIA

Pubblicato il Piano Scuola 4.0
Realizzare la transizione digitale nella scuola italiana
Futura Piano Scuola 4.0
Caratteristiche struttura e utente nel metaverso
Il futuro dell’istruzione nel metaverso: sfide e opportunità
Dall’evoluzione delle tecnologie immersive, nuove metodologie di insegnamento che necessitano di linee guida
Educazione e metaverso: la tecnologia digitale al servizio della didattica

Scopri gli ambienti digitali di Lattes Editori:
• Museo virtuale
• Ambiente D
•Music Player


Oggi tutti parlano di inclusione... ma è sempre vera inclusione?

Il concetto di inclusione non sempre a tutti è chiaro. Spesso viene confuso con integrazione o addirittura rischia di essere usato a vanvera, in discorsi retorici. Occorre fare chiarezza!
L’inclusione è un processo continuo, quotidiano, in cui tutti gli insegnanti e i percorsi di apprendimento devono poter rispondere alle differenze dei vari soggetti in un’ottica di sostegno distribuito. Non basta integrare le diversità, occorre fare spazio alla ricchezza della differenza, adeguando, di volta in volta, gli ambienti e le prassi in base ad ogni specifica singolarità.
Applicare la direttiva sui BES o i decreti 66/2017 e 96/2019 non basta per essere inclusivi!