Storia: cosa cambia con le NIN
Le Nuove Indicazioni Nazionali 2025 confermano e rafforzano la posizione centrale della Storia nel curricolo, riconoscendole un ruolo decisivo nella formazione della coscienza civile e culturale.
La Storia diventa lo strumento per comprendere il presente, costruire il senso di appartenenza alla comunità nazionale ed europea, e sviluppare una visione critica del mondo.
Le principali novità introdotte:
- riorganizzazione dei contenuti a livello cronologico, con un percorso che va dal Medioevo alla contemporaneità, per offrire maggiore spazio alla Storia del Novecento; nel dettaglio, il programma si articola in questo modo nell’arco dei tre anni:
I anno: dall’Alto Medioevo (situazione dell’Europa e del Mediterraneo e discesa dei Longobardi) alla metà del Seicento (Pace di Westfalia)
II anno: dalla seconda metà del Seicento (epoca degli assolutismi in Europa) alla Seconda rivoluzione industriale (inizio Novecento)
III anno: dalla Prima guerra mondiale alla caduta dei regimi comunisti e, in Italia, alle inchieste Mani Pulite e nascita della Seconda Repubblica - maggiore attenzione alla Storia italiana ed europea, per rafforzare il senso di identità e cittadinanza;
- potenziamento dell’approccio narrativo, che pone al centro la narrazione di eventi, personaggi, epoche e connessioni;
- recupero della memorizzazione di date e figure chiave, come base per la riflessione critica;
- grande attenzione all’esposizione orale, in chiave narrativa e critica;
- valorizzazione della Storia delle Scienze, delle donne e delle culture, per un racconto più inclusivo e plurale;
- uso di strumenti digitali e risorse multimediali, integrativi e non sostitutivi, per arricchire la comprensione storica.
Cosa resta invariato
Restano invariati i principi che da sempre definiscono la disciplina:
- la Storia come percorso di conoscenza e formazione di cittadine e cittadini;
- la continuità verticale del curricolo, dalla scuola primaria alla secondaria di primo grado;
- l’obiettivo di sviluppare consapevolezza temporale, capacità di confronto e senso di responsabilità sociale;
- il valore educativo della Storia come mezzo per costruire memoria collettiva, identità culturale e rispetto per le differenze.
Indicazioni metodologiche
Le NIN propongono un insegnamento della Storia che unisca rigore e partecipazione, privilegiando la narrazione, l’indagine e la riflessione critica rispetto alla sola trasmissione di contenuti.
L’insegnante è guida e narratore competente, capace di connettere fatti, luoghi e persone in modo coinvolgente e inclusivo.
Buone pratiche didattiche:
- costruzione di linee del tempo condivise e mappe cronologiche;
- laboratori storici e analisi di fonti semplici (testi, immagini, testimonianze, documenti digitali);
- attività di role playing e drammatizzazione per immedesimarsi nei contesti storici;
- uso di atlanti digitali, carte concettuali e timeline interattive;
- progetti interdisciplinari con Geografia, cittadinanza e Scienze per leggere la Storia come rete di relazioni.
Competenze e valutazione
L’insegnamento della Storia contribuisce allo sviluppo delle competenze di cittadinanza e delle competenze sociali e culturali.
Le NIN individuano quattro ambiti centrali:
- Conoscere e comprendere fatti, periodi, personaggi e processi storici fondamentali;
- Orientarsi nel tempo utilizzando cronologie, durate e connessioni tra epoche;
- Comunicare correttamente le conoscenze storiche. Essere capaci di esporre in forma orale e di organizzare in forma scritta il proprio pensiero, componendo le informazioni acquisite in una narrazione coerente;
- Collegare passato e presente, per comprendere le radici della società contemporanea.
La valutazione ha funzione formativa e regolativa:
- osserva il percorso di crescita della consapevolezza storica;
- privilegia l’analisi, la rielaborazione e la capacità di collegare eventi;
- valorizza il dialogo e la riflessione personale;
- si basa su rubriche condivise, griglie descrittive e prove autentiche.
In sintesi
Identità e narrazione
- Più spazio allo studio del Novecento.
1° anno: Longobardi – 1648 (Pace di Westfalia)
2° anno: 1648 – Seconda rivoluzione industriale
3° anno: Novecento fino a Mani Pulite e al nuovo sistema politico partitico (1994) - Storia come racconto.
- Grande attenzione alla storia europea e nazionale.
- La storia come strumento per orientarsi nel presente (cittadinanza attiva).
- Centralità dell’esposizione orale e della rielaborazione critica anche in forma scritta.
sviluppare la competenza storica come chiave di cittadinanza consapevole
restituire alla Storia il valore di disciplina formativa e narrativa
costruire collegamenti tra epoche, culture e discipline
integrare strumenti tradizionali e digitali per una didattica attiva
far comprendere alle nuove generazioni che la memoria è il fondamento del futuro
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