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Star bene a scuola

“Lo star bene a scuola non è mica solo degli alunni … è anche degli insegnanti, delle famiglie”.

“Chi sta bene può far star bene anche gli altri”.

“Per imparare bene bisogna stare bene. E il benessere va “costruito”.

Sono solo alcune delle voci dei docenti che vogliono cominciare a tessere i fili in un progetto di ricerca collettivo che riesca ad unire insegnanti, studenti e genitori per star bene a scuola … e, magari, costruire una nuova didattica che riparta dalla qualità della vita.

Stiamo vivendo un momento storico particolare: basta guardare un qualsiasi telegiornale per avere una chiara visione dei problemi che possono porsi i ragazzi di oggi, che stanno iniziando a provare ad affermare se stessi o a sopravvivere in una società  che vuole tutto e subito.  Perché, come afferma il filosofo francese Edgar Morin nel suo ultimo libro “Insegnare a vivere. Manifesto per cambiare l’educazione”, c’è differenza fra vivere e sopravvivere.

Sopravvivere significa essere privati delle gioie che la vita può portare: non solo soddisfare con difficoltà bisogni elementari e alimentari, ma anche non poter sviluppare le proprie aspirazioni individuali.

Vivere, al contrario, significa poter sviluppare le proprie qualità e le proprie attitudini in modo critico e responsabile.

È necessario che tutti coloro che hanno il compito di insegnare aiutino i loro studenti a imparare a vivere; formino, cioè,  dei giovani “ … più capaci di conoscenze pertinenti, più capaci di comprendere le complessità umane, storiche, sociali, planetarie, … più capaci di comprendersi gli uni con gli altri, più capaci di affrontare le incertezze, più capaci di affrontare l’avventura della vita . “ (E. Morin, Insegnare a vivere, Cortina Ed. 2016)

Certo leggere, scrivere e far di conto sono necessari a vivere, ma non bastano più.
Conoscere non è un processo meccanico, implica la scoperta di qualcosa.  La necessità di porsi domande, di trovare risposte, di individuare un metodo di ricerca, la capacità di comunicare, di formulare ipotesi e costruire progetti  non possono essere definite conoscenze, ma sono elementi e abilità per produrre conoscenze e utilizzarle, per vivere bene, in modo critico e responsabile.
Oggi le esperienze e le conoscenze acquisite in contesti  non scolastici possono essere molto ricche. Valorizzare ciò che sono e ciò che sanno e sanno fare i nostri alunni  non è soltanto una strategia efficace per coinvolgerli, è piuttosto una precondizione essenziale all’apprendimento e garantisce  innovazione continua anche per l’insegnante.
Star bene a scuola, sia per gli studenti sia per i docenti, significa curare la propria formazione, le relazioni interpersonali, la qualità degli strumenti didattici; imparare a co-costruire un clima di fiducia; motivare all’apprendimento; tranquillità nei risultati … e benessere per tutti.

A cura di Viviana Rossi e Maria Enrica Bianchi

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