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Intelligenza artificiale: potenzialità tecnologiche, ma anche responsabilità

Potenzialità della tecnologia

"Gli studi sulle complesse dinamiche sociali in atto mostrano l’emergere di una nuova forma di dualismo: da un lato il corpo reale sempre meno utilizzato, dall’altro il corpo virtuale proiettato e rappresentato in uno stato di esaltazione, emblema di una socialità fatta per immagini e basata su molteplici identità." (Digennaro, 2023).

Infatti, gli studenti e le studentesse di tutte le età trascorrono gran parte del loro tempo interagendo digitalmente in un luogo diverso rispetto a quello in cui sono fisicamente collocati. Computer, smartphone, social media sono presenti ovunque nelle nostre vite. "Non è più l’essere umano ad essere online, ma sono i media ad essere onlife: viviamo quindi in un contesto ibrido di cui facciamo esperienza tutti i giorni."
(L’educazione onlife in contesti di apprendimento a distanza in dimensione internazionale)

Secondo il Report "Digital 2023" di We Are Social, in Italia oltre il 90% dei giovani di età compresa tra 15 e 24 anni ha accesso a Internet e al mondo della rete.

Lo psicologo Floridi (2015) descrive l’onlife come una condizione di "iperconnessione", in cui la nostra esistenza si muove fluidamente tra il mondo fisico e quello digitale, senza soluzione di continuità.

"L’attuale e costante condizione di connessione a Internet (online) anche nella vita (life), ridefinisce un confine sempre più labile tra la sfera analogica della realtà in presenza e quella digitale della realtà mediata dalle tecnologie". (Floridi, 2017)
(L’educazione onlife in contesti di apprendimento a distanza in dimensione internazionale)

Oggi più che mai, il tema del digitale è trasversale, quotidiano e pervasivo: non è più possibile considerarlo marginale o come una "mania" da appassionati.

Quindi, la scuola è chiamata a esplorare nuove strategie che possano favorire negli studenti e nelle studentesse che stanno crescendo in un mondo digitale quella consapevolezza critica in grado di renderli capaci di gestire il nuovo senso dell’esistenza, sempre più onlife.

Nasce, quindi, la necessità di nuovi approcci in educazione, che tengano conto della complessità delle relazioni tra individui, tecnologia e cultura.

Proprio per questo, negli ultimi anni l’istruzione ha accelerato il proprio processo di cambiamento.

  • Il mondo cambia e anche ciò che apprendiamo.
  • La tecnologia sta ridisegnando la didattica.
  • Il ruolo dell’insegnante comincia ad assumere una nuova forma.
  • La personalizzazione dell’apprendimento sta diventando una prospettiva concreta.

È questo lo scenario un  po’ ottimistico che emerge dal report di Google "Il futuro dell’istruzione", frutto di  un’indagine internazionale condotta in collaborazione con il partner di ricerca Canvas8, in 24 Paesi e che ha raccolto le idee di 94 esperti di istruzione.

Ma sarà necessario sviluppare nuovi schemi mentali e nuove competenze per diventare problem solver globali, che continuano a imparare per tutta la vita; per migliorare le modalità didattiche e di apprendimento e, infine, per trovare modi più adeguati per valutare gli strumenti di apprendimento e i progressi degli studenti. 

L’obiettivo della ricerca di Google?

Dare una prima risposta a questa domanda: "Mentre avanziamo verso un futuro radicalmente diverso, quale dovrebbe essere il ruolo dell’istruzione e quali forme potrebbe assumere?"

La speranza?

"Ci auguriamo che questa ricerca sia di aiuto a docenti e responsabili della didattica per acquisire un quadro comune delle tendenze che stanno plasmando il futuro dell’istruzione e che possa offrire utili idee e spunti di discussione su come possiamo collaborare al meglio per permettere a tutti gli studenti e ai soggetti che li aiutano di ottenere i migliori risultati possibili."
(Il futuro dell’istruzione)

Noi pensiamo, invece, che il futuro dell’istruzione nei diversi gradi di istruzione sarà il frutto di un processo complesso ed eterogeneo: un processo dalle infinite sfaccettature… piuttosto che il risultato di una singola ondata di cambiamenti.

Ma soprattutto concordiamo con questo pensiero del filosofo e sociologo Edgar Morin: "Non possiamo riformare l’istituzione senza aver riformato le menti, ma non possiamo riformare le menti se non abbiamo preventivamente riformato le istituzioni."
(E. Morin, La testa ben fatta)

Gli studenti di oggi, nativi digitali, sono cresciuti con smartphone e tablet tra le mani… e si aspettano che la scuola rifletta il mondo tecnologico in cui vivono. 

Se vogliamo prepararli per il futuro, noi docenti dobbiamo abbracciare la tecnologia e integrarla nel nostro metodo di lavoro, senza dimenticare però che la tecnologia non è un sostituto dell’insegnante, ma un alleato che può potenziare il nostro sempre più difficile ruolo di docente.

Un’istruzione personalizzata, spiega ancora l’indagine di Google, "tiene il passo con le esigenze di apprendimento dei vari studenti", prendendo in considerazione "le loro preferenze di apprendimento, nonché i loro specifici interessi".
(Perché è importante la tecnologia in classe: vantaggi e strategie)

Magari! Si ricorda che la personalizzazione è una strategia didattica che mira a valorizzare i talenti dei singoli alunni, fino alle eccellenze: ognuno dovrebbe poter raggiungere il "proprio" obiettivo personale, in base alle proprie potenzialità. Se gli obiettivi didattici sono gli stessi per tutti gli studenti, il metodo e il ritmo di apprendimento possono (e devono) però variare… attraverso percorsi personalizzati.

Il ruolo della scuola dovrebbe essere proprio quello di riconoscere i diversi stili di apprendimento, i diversi stili cognitivi, come funziona l’intelligenza, le diverse forme di intelligenza…per poter mettere in atto i diversi tipi di insegnamento che possono rendere l’apprendimento possibile per tutti gli alunni!

Di personalizzazione, funzionale ad aumentare il coinvolgimento e il rendimento degli studenti, si parla da qualche decennio. Oggi, però, la tecnologia apre prospettive nuove con l’intelligenza artificiale (IA), che può fornire agli studenti feedback individuali in tempo reale.

La tecnologia aiuta la personalizzazione. Grazie ai percorsi formativi adattivi e alle piattaforme di e-learning basate sull'intelligenza artificiale, gli studenti possono ricevere contenuti calibrati sulle loro esigenze, rafforzando i loro punti di forza e colmando le lacune.
(Perché è importante la tecnologia in classe: vantaggi e strategie)

Gli strumenti tecnologici rappresentano, quindi, un grande potenziale per la personalizzazione della didattica:

  • consentono di adattare i percorsi di apprendimento alle esigenze individuali di ogni studente e di rendere l'insegnamento più inclusivo e coinvolgente;
  • offrono strumenti di supporto per studenti con difficoltà di apprendimento, consentendo di adattare i materiali didattici e di fornire un'assistenza personalizzata.

L’intelligenza artificiale, poi, ha il potenziale per rivoluzionare ogni aspetto dell’istruzione. Ad esempio, i tutor virtuali intelligenti possono offrire supporto individualizzato agli studenti, rafforzando i punti di forza e individuando i punti di debolezza individuali. Ciò non solo migliora i risultati dell’apprendimento, ma favorisce anche un senso di autonomia e di empowerment tra gli studenti.

A scuola, "navigare il vasto oceano della tecnologia" può sembrare un’impresa ardua, ma, con le giuste strategie, si rivelerà un’avventura appassionante e ricca di scoperte.
Però non esiste una soluzione unica per tutti i nostri studenti, ma esistono infinite possibilità per trasformare la nostra aula in un laboratorio di innovazione e di apprendimento.

Innovare la scuola, a livello sistemico, è complesso. Tuttavia sono proprio i docenti più coinvolti, coloro che davvero fanno la scuola, la forza propulsiva, che possono riuscirci!

"Gli insegnanti più capaci sono spesso anche i più generosi, mettendosi a disposizione della propria scuola e dei propri colleghi. È grazie a loro che la scuola può diventare una rete di intelligenze connesse, in cui lavorare e crescere insieme in un sistema che riconosce e valorizza le competenze acquisite e distribuite nell’intera community". (Mentuccia, 2021)

Negli ultimi due decenni le competenze più richieste dalla società testimoniano quanto l’evoluzione tecnologica impatti sulla professione e sulla vita personale e sociale di ciascuno.

Il professor ordinario di didattica e di tecnologia Pier Cesare Rivoltella parla di tre stagioni del digitale:

  1. la prima identifica i media come mezzi di comunicazione, strumenti per trasferire messaggi oltre i limiti della presenza fisica di chi parla e di chi ascolta: sono un’opzione e l’individuo può esercitare un controllo su di essi;
  2. la seconda fase connota i media come ambienti intorno a noi: piattaforme e-learning, portali web, social: sono ancora controllabili ma sempre più pervasivi.
  3. nella terza stagione del digitale, quella attuale, i media si configurano come un vero e proprio tessuto connettivo: smartwatch, smart-working; ci attraversano, sfumano i confini e non si possono più ignorare (Rivoltella, 2018).
    (L’educazione onlife in contesti di apprendimento a distanza in dimensione internazionale)

L’intelligenza artificiale è da tempo al centro di un ampio dibattito, che tocca anche il mondo della scuola. Per questo è indispensabile per noi docenti conoscere questi strumenti e valutarne le possibilità di utilizzo nelle nostre  classi. Essa offre il potenziale per affrontare molte importanti sfide in ambito educativo, innovare le pratiche di insegnamento/apprendimento e accelerare i progressi verso l'Obiettivo di Sviluppo Sostenibile n. 4 dell’Agenda 30.

Ma che cos’è l’IA e come funziona 

L’IA è un insieme di tecnologie che consentono ai computer di eseguire una serie di funzioni avanzate, tra cui la capacità di vedere, comprendere e tradurre il linguaggio parlato e scritto, analizzare i dati, fornire suggerimenti e molto altro.  Essa si occupa della creazione di sistemi e software in grado di simulare funzioni cognitive umane, come l’apprendimento, il ragionamento, la risoluzione di problemi, il riconoscimento del linguaggio naturale e la percezione sensoriale.

L’Intelligenza Artificiale può essere classificata in 2 categorie, a seconda del grado di autonomia e delle funzionalità che possiede.

  1. Intelligenza Artificiale debole: forma attuale di AI, specializzata in un compito specifico o un insieme limitato di compiti. Nonostante possano sembrare intelligenti a prima vista, questi sistemi non sono senzienti e non possono applicare il loro “apprendimento” senza l’assistenza dell’uomo o al di fuori di altri contesti.
  2. Intelligenza Artificiale forte: a differenza dell’AI debole, l’Intelligenza Artificiale forte è progettata per sviluppare un’intelligenza propria. Al momento, l’Intelligenza Artificiale forte è più un obiettivo teorico piuttosto che una realtà, e rappresenta una delle sfide più ambiziose nell’ambito della ricerca scientifica.
    (Intelligenza Artificiale: tutto quello che c’è da sapere)

Ci sono diversi siti che spiegano bene l'uso dell'intelligenza artificiale a scuola. Questi siti possono essere utili per gli insegnanti e gli studenti che desiderano approfondire l'argomento e scoprire come utilizzare l’IA in modo efficace nella didattica.
(Approfondimento nello scaricabile 3_ Siti utili sull’uso dell’IA a scuola)

Comprendere che cos’è l’IA, come funziona  e sviluppare le competenze necessarie per lavorare in sinergia con essa è essenziale per guidare e influenzare il suo sviluppo futuro.

"I docenti devono essere adeguatamente formati per sfruttare appieno le tecnologie e gli ambienti flessibili, rendendoli strumenti per un apprendimento attivo, inclusivo e stimolante. I decisori politici, da parte loro, devono supportare queste trasformazioni attraverso investimenti mirati e politiche lungimiranti, capaci di valorizzare le buone pratiche e promuovere le esperienze di successo, sia a livello nazionale che internazionale."
(Spazi educativi del futuro)

Però, affrontare la sfida della digitalizzazione nell’ambito didattico non è un compito facile. Richiede una visione strategica, che sappia cogliere le opportunità offerte dalla tecnologia, senza perdere di vista l’obiettivo fondamentale dell’insegnamento: aiutare gli studenti a sviluppare le conoscenze, le abilità e le competenze necessarie per raggiungere il loro pieno potenziale e diventare cittadini responsabili e produttivi, capaci di contribuire positivamente alla società.

Occorre, però, che la scuola accompagni la complessità del cambiamento, piuttosto che si limiti a indicare i "rischi" che il digitale e le nuove tecnologie implicano.

Affinché queste innovazioni abbiano un impatto reale e duraturo, è essenziale anche un impegno collettivo e coordinato.
"Solo attraverso uno sforzo collettivo e una visione condivisa sarà possibile costruire ambienti educativi che preparino i nostri studenti a diventare cittadini consapevoli, creativi e protagonisti del futuro. Perché ogni scuola, quando ben progettata, non è solo un luogo di istruzione, ma una finestra sul mondo, dove i sogni prendono forma e il futuro inizia a costruirsi."

È chiaro che la formazione continua dei docenti è l’unico strumento capace di guidare se stessi e i propri studenti nel mare dell’incertezza: l’unico serio investimento per costruire il futuro.

"Il fatto che la competenza digitale sia entrata a far parte del quadro delle competenze chiave per l’apprendimento permanente, ha determinato una riconfigurazione dell’assetto dei saperi di base, che la scuola dell’obbligo deve promuovere: non più e non solo saper leggere, scrivere e far di conto ma anche saper utilizzare in modo critico le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione". (Ranieri, 2022)

A livello internazionale, l’ONU, attraverso l’UNESCO, è uscita con una serie di pubblicazioni che forniscono una guida fondamentale per preparare studenti e insegnanti e invitano i decisori politici affinché sviluppino strategie nazionali per l'intelligenza artificiale: strategie etiche, inclusive e rispettose dei valori incentrati sulla persona.
(Approfondimento nello scaricabile 1_ UNESCO: l’intelligenza artificiale nell'istruzione)

A livello nazionale, Il Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) del 2015 già prevedeva una serie di azioni mirate per migliorare la formazione dei docenti  sull’integrazione della didattica con le tecnologie digitali e per un nuovo posizionamento del nostro sistema educativo nell’era digitale.

Successivamente a livello Europeo, l’European Framework for the Digital Competence of Educator: DigCompEdu (Redecker, 2017) ha fornito le basi sia per la progettazione di percorsi formativi, sia per la valutazione dei livelli di competenza acquisiti dagli insegnanti in vista di un loro auspicabile miglioramento.

Nel contesto italiano il framework DigCompEdu (il quadro di riferimento per le competenze digitali dei docenti) viene citato in modo esplicito nelle Linee guida per la Didattica Digitale Integrata (D.D.I) elaborate dal Ministero dell’Istruzione nel 2020, a seguito dell’emergenza sanitaria da Covid-19, per la definizione di percorsi formativi da parte delle scuole.

La Legge 92 del 20 agosto 2019, che introduce l’insegnamento trasversale dell’educazione civica, all’articolo 5 si sofferma proprio  sul tema della Cittadinanza digitale, intesa come capacità di un individuo di avvalersi consapevolmente e responsabilmente dei mezzi digitali. Per questo l’offerta formativa erogata nell’ambito di questo insegnamento deve sempre prevedere una serie di abilità e di conoscenze digitali, da sviluppare con gradualità, tenendo conto dell’età dei ragazzi. Gli studenti e le studentesse, durante il proprio percorso scolastico, dovranno quindi progressivamente essere in grado di distinguere i diversi device e di utilizzarli correttamente, rispettando i comportamenti nella rete, navigando in modo sicuro differenziando l’identità digitale da quella reale. Solo così riusciranno a diventare sempre più consapevoli e responsabili, tutelando sé stessi e la collettività.

Molto importanti le risorse fornite alle scuole con il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, 2021) per promuovere un sistema di sviluppo della didattica e di formazione del personale, indispensabili per migliorare insegnamenti/apprendimenti e accompagnare l’innovazione del sistema scuola  durante la transizione digitale.

Occorre ancora sottolineare che, per rendere possibile l’innovazione scolastica, bisogna però puntare sulla  didattica per competenze. Intendendo la competenza come parola chiave del processo di apprendimento, in quanto capacità di far fronte a un compito o a un insieme di compiti riuscendo a mettere in moto e a orchestrare le proprie risorse interne, cognitive, affettive e volitive e a utilizzare quelle esterne disponibili in modo coerente.

"In una scuola centrata sulle competenze, al centro c’è lo studente stesso e, di conseguenza, le conoscenze sono viste come un processo elaborativo, materia viva che egli produce e non interiorizza aprioristicamente; esse vengono organizzate attorno a problemi lungo un percorso ricorsivo e non lineare tra insegnante-conoscenza-studente e regolato sulla persona". (Castoldi, 2020)

A livello europeo, il quadro di riferimento per le competenze digitali dei docenti indica le seguenti sei aree di competenza che ciascun docente dovrebbe possedere:

"Area 1 Coinvolgimento e valorizzazione professionale: usare le tecnologie digitali per la comunicazione organizzativa, la collaborazione e la crescita professionale.
Area 2 Risorse digitali: individuare, condividere e creare risorse educative digitali.
Area 3 Pratiche di insegnamento e apprendimento: gestire e organizzare l’utilizzo delle tecnologie digitali nei processi di insegnamento e apprendimento.
Area 4 Valutazione dell’apprendimento: utilizzare strumenti e strategie digitali per migliorare le pratiche di valutazione.
Area 5 Valorizzazione delle potenzialità degli studenti: utilizzare le tecnologie digitali per favorire una maggiore inclusione, personalizzazione e coinvolgimento attivo degli alunni.
Area 6 Favorire lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti: aiutare gli alunni a utilizzare in modo creativo e responsabile le tecnologie digitali per attività riguardanti la comunicazione, la creazione di contenuti, il benessere personale e la risoluzione dei problemi.
Il quadro prevede inoltre, per ciascuna delle aree individuate, sei livelli di padronanza, mutuati dal (QCER) Quadro Comune Europeo di Riferimento per la conoscenza delle lingue: A1 Novizio, A2 Esploratore, B1 Sperimentatore, B2 Esperto, C1 Leader, C2 Pioniere".
(DigCompEdu)

Conclusioni

"L'AI è uno strumento. Come un coltello, può servire per cucinare o per fare del male." (Yoshua Bengio, 2023)

In questa nuova odissea educativa è indispensabile, quindi, esplorare non solo le potenzialità tecnologiche, ma anche le responsabilità che derivano dall’equilibrato utilizzo di queste tecnologie, al fine di preparare gli studenti a 360° alle sfide del futuro.
(L’IA in classe cambia tutto: esempi e approcci per preparare docenti e studenti)

Secondo gli esperti (Approfondimento nello scaricabile 2_Esperti di IA) non ci sono dubbi sulle potenzialità pedagogiche dei media digitali, soprattutto sul fatto che essi riescano a rendere gli ambienti di apprendimento  più coinvolgenti e motivanti. Qualche dubbio rimane, invece, sul fatto che le scuole riescano sempre ad applicare le varie indicazioni che, a livello europeo e nazionale, ci vengono fornite per un uso corretto e consapevole delle tecnologie digitali.

Stiamo parlando, ad esempio, delle Linee guida per l’uso positivo delle tecnologie digitali e la prevenzione dei rischi nelle scuole che il MIUR, nell’ambito delle attività del progetto "Generazioni Connesse", ha pubblicato nel 2017. Esse indicano alcuni approcci psico-pedagogici e comportamentali da adottare negli interventi da realizzare nelle scuole. "Si tratta di approcci che trovano il loro fondamento teorico nella più aggiornata e accreditata letteratura scientifica internazionale e che derivano da una ricognizione degli interventi di prevenzione, frutto di diverse esperienze in Italia."
(Linee guida per l’uso positivo delle tecnologie digitali e la prevenzione dei rischi nelle scuole)

Le Linee guida indicano 7 punti per creare un ambiente scolastico  in cui l’uso delle tecnologie sia equilibrato, sicuro e  mirato a favorire una crescita sana e competente degli studenti nel contesto digitale.

  1. Promozione dell’uso consapevole delle tecnologie: educare gli studenti a un uso responsabile e consapevole delle tecnologie digitali, favorendo l’acquisizione di competenze digitali.
  2. Sicurezza online: promuovere la sicurezza digitale, prevenendo il cyberbullismo e sensibilizzando i giovani sui rischi di internet.
  3. Educazione alla cittadinanza digitale: insegnare agli studenti l’importanza di essere cittadini digitali responsabili, rispettando gli altri online e sviluppando un comportamento etico.
  4. Ruolo degli insegnanti: gli insegnanti devono essere formati per integrare l’uso delle tecnologie nel loro metodo didattico in modo efficace e sicuro.
  5. Integrazione delle tecnologie nella didattica: sostenere l’uso delle tecnologie per migliorare l’apprendimento e favorire la personalizzazione dei percorsi formativi degli studenti.
  6. Collaborazione scuola-famiglia: incentivare la collaborazione tra scuole e famiglie per garantire un uso equilibrato delle tecnologie e supportare i ragazzi nel loro percorso educativo.
  7. Accessibilità e inclusività: assicurare che tutte le risorse digitali siano accessibili a tutti gli studenti, indipendentemente dalle loro capacità o condizioni personali.

Attualmente ci sono insegnanti e scuole all’avanguardia, che fanno un uso didatticamente proattivo delle nuove tecnologie, compreso ChatGPT, che è stato il primo chatbot a diffondersi nelle nostre scuole nel 2022, seguito poi dai suoi infiniti cloni. Ma ci sono anche docenti che non riescono ancora ad accettare di introdurre il digitale nella loro didattica quotidiana, per  sfruttarne le immense potenzialità a sostegno dell’apprendimento. Emerge ancora un certo scetticismo, in nome della difesa della privacy o del mantenimento di una certa autorità o altro, che sembra mettere in un secondo piano i cambiamenti che stanno avvenendo nella nostra società.

Cambiamenti che rendono la competenza digitale ormai imprescindibile per poter agire e interagire in ambito personale, professionale e sociale.
(Sulla strada delle nuove Indicazioni nazionali)

Ed è proprio per questo che le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado dovrebbero, invece, integrare nel lavoro di classe gli strumenti digitali e promuovere l’educazione alla cittadinanza digitale per favorire non solo il successo formativo dei loro alunni/studenti, ma anche il loro benessere sociale.

Benessere sociale che, in un futuro non molto lontano, passerà sempre di più attraverso il benessere digitale, cioè quella condizione di chi sa sfruttare le crescenti opportunità messe a disposizione dai media digitali, sapendo al contempo controllare e governare gli effetti delle loro dinamiche indesiderate.  A questo scopo occorre che tutti, studenti e docenti, arrivino a possedere un vasto spettro di competenze specifiche, relative agli strumenti, alle informazioni, alle relazioni online, alla creazione di contenuti e, non ultime, alla gestione del proprio tempo e della propria attenzione, in ambienti di apprendimento/insegnamento attenti alle relazioni interpersonali e all’inclusione.

 

BIBLIO/SITOGRAFIA

  • Castoldi M. (2020), Ambienti di apprendimento. Ripensare il modello organizzativo della scuola, Roma. Carocci editore
  • Digennaro S. (2021), Non sanno neanche fare la capovolta. Il corpo dei giovani e i loro disagi, Trento. Erickson
  • Digennaro S. (2023), Corpo vita onlife e dualismo una nuova sfida per le professioni educative
  • Floridi L. (2009), Infosfera. Etica e filosofia nell’età dell’informazione, Torino, Giappichelli Editore
  • Floridi L. (2017), La quarta rivoluzione. Come l’infosfera sta trasformando il mondo, Milano Raffaello Cortina
  • Gardner H. (2013), Formae mentis. Saggio sulla pluralità dell’intelligenza, Milano, Feltrinelli
  • Iacono G. (2023), Le sfide della società onlife, Milano, FrancoAngeli
  • Lorenzoni (2024), L’intelligenza artificiale a scuola, Lattes editore, Torino
  • Morin E. (2015), Insegnare a vivere. Manifesto per cambiare l’educazione, Milano, Raffaello Cortina
  • Mosa E. (2009), Innovazione scolastica e tecnologie didattiche. Dai corsi di aggiornamento all’assistenza on the job, «TD- Tecnologie Didattiche», vol. 48
  • Ranieri M. (2022), Competenze digitali per insegnare, Roma, Carocci editore
  • Rivoltella P.C. (2018), Un’idea di scuola, Brescia, Scholé
  • EUR-Lex, Raccomandazione del Consiglio del 18 dicembre 2006 relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente (2006/962/CE)
  • Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione D.M 254/2012
  • Piano Nazionale Scuola Digitale 2015 Legge 107/2015
  • EUR-Lex, Raccomandazione del Consiglio del 22 maggio 2018 relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente (2018/C 189/01)
  • Linee Guida ed. Civica Legge 20 agosto 2019, n. 92
  • Linee Guida per la Didattica Digitale Integrata Decreto n. 39 26 giugno 2020
  • Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Decreto legge 6 novembre 2021, n. 152
  • © Edizioni Centro Studi Erickson, Trento, 2025 — Corpo, Società, Educazione Vol. 2, Issue 1, April 2025
  • L’educazione onlife in contesti di apprendimento a distanza in dimensione internazionale
  • Scuola futura, https://scuolafutura.pubblica.istruzione.it/didattica-digitale/strumenti-e-materiali/digcompedu (consultato l’11 novembre 2024)
  • Generazione onlife: la sfida dell’educazione digitale
  • Privacy e minori
  • Privacy tra i banchi di scuola
  • Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (UE/2016/679)
  • Educazione civica digitale

A cura di Viviana Rossi e Maria Enrica Bianchi

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